giovedì 22 gennaio 2015

Sproloqui

Non importa quanto tu sia mai stato male nella tua vita, ci sarà un momento in cui, come in una lotta per superarti,  starai ancor peggio di come ti fossi mai aspettato.

Urlerai,  ti sgomenterai,  probabilmente il disgusto per questo tuo stesso dolore ti porterà a vomitare brodaglia di succhi gastrici, in preda al malessere interno che, magicamente, si trasforma in collasso fisico.

Poi, spossato,  vagamente tranquillizzato, ti troverai placidamente a pensare al suicidio.

No, aspetta, non te ne andare, non chiudere!
Non volevo spaventarti.
Volevo solo mostrarti una delle possibilità della vita, della meravigliosa vita!

Lo sappiamo entrambi che chiunque,  di fronte alla parola suicidio, tende a scappare a gambe levate, neanche si dovesse trovare davanti ad un tizio che, in procinto di indossare un guanto di lattice, ti dice 《Pronto per il controllo della prostata?》.

Sì,  il Suicidio è una di quelle parole che non devono essere mai pronunciate, come il Cancro, o come la frase:《Li vuoi quei kiwi?》.
Difatti è peculiare l'avversione che hanno alcuni tipi di persona nel pronunciare la malattia che ha ucciso almeno un parente in ogni famiglia, portandole ad abbracciare elaborate perifrasi che tolgano dall'impaccio - e dalla poca eleganza sociale - di dover pronunciare la parola "Tumore" - sebbene mi sembri giusto specificare che Cancro e Tumore riconducono a due concetti leggermente differenti tra loro.
《Sai, è morta Janet. 》
《Cristo, mi spiace, per cosa?》
《Eh, di un malaccio [es.1 di perifrasi usata dai ninja del "pronuncia la malattia"]》
《Cioè, Lupus?》
《No, di una brutta malattia. 》
《Non mi dire che si è presa il vaiolo, quello non colpisce da tanto di quel tempo...》
《No, ancora più brutta.》
《La peste bubbonica? 》
《No, è un male impronunciabile》
《La scleromultipluniformemicrocrostacapsularefrontale?》

Cazzo, ma cosa Diavolo vi costa dire "cancro".